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Declino cognitivo: come migliorare la qualità della vita a casa

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Cos’è il declino cognitivo?

Il declino cognitivo si riferisce a una diminuzione delle capacità mentali come memoria, ragionamento e linguaggio, che può essere parte del normale invecchiamento o indicare condizioni più serie come le demenze. Partiamo dal suo significato per comprendere più a fondo le caratteristiche e gli accorgimenti utili nell’accompagnare al meglio le persone affette da questa patologia.

L’ambiente domestico come luogo confortevole per il declino cognitivo

La maggior parte delle persone con un principio di Alzheimer o altre forme di deterioramento cognitivo desidera rimanere a casa o nel proprio vicinato (giardino, parchi adiacenti) il più a lungo possibile, poiché questi luoghi donano un prezioso supporto nel gestire i sintomi e il decorso.

L’ambiente familiare offre loro riferimenti che possono persistere nella memoria anche quando tutto il resto svanisce: la poltrona preferita, gli oggetti di una vita, il volto dei familiari. Vivere è una sfida, ma con adeguati adattamenti e supporti si può significativamente migliorare la qualità di vita sia del malato che dei suoi caregiver. L’obiettivo principale è mantenere quanta più autonomia, sicurezza e benessere emotivo possibile nel quotidiano dell’anziano con problemi cognitivi.

Una casa “Dementia-friendly”: ergonomia e sicurezza

Adeguare l’ambiente domestico è il primo passo per rendere una casa “dementia-friendly”, riducendo frustrazione e pericoli. Vediamo i principali elementi da tenere in considerazione in situazioni di demenza senile:

Eliminare i rischi di incidente

Tra gli interventi chiave figurano l’eliminazione dei tappeti scivolosi, l’installazione di corrimano e maniglie di supporto (in bagno e nei corridoi) e l’assicurazione di una buona illuminazione, dato che la scarsa luce aumenta confusione e il rischio di cadute.

Uno spazio ordinato e senza ingombri facilita l’orientamento. Ergonomia domestica significa predisporre soluzioni che rendano l’anziano più autonomo: etichettare con disegni le porte degli ambienti così che sappia riconoscerli, ad esempio: un’icona del WC sulla porta del bagno; oppure mobili ed elementi possono essere contrassegnati chiaramente con scritte sugli armadi: “Biancheria”, “Pentole”.

Gestione porte e accessi: prevenire il “wandering”

Molti malati di Alzheimer tendono al wandering (vagabondaggio). Soluzioni possibili includono sistemi di sicurezza sulle porte (allarmi se si aprono di notte, serrature semplici che impediscono di uscire incustoditi) e geofencing con sensori per avvisare i caregiver in caso di allontanamento. Questo consente libertà di movimento in casa e giardino, ma protezione dall’uscita incontrollata.

Ridurre stimoli disorientanti

Gli ambienti troppo rumorosi o ricchi di stimoli possono agitare le persone con demenza. È preferibile creare spazi tranquilli mantenendo basso il volume di radio e televisione, poiché alcuni suoni potrebbero essere fraintesi, ed evitando che troppe voci si sovrappongano simultaneamente. Al contrario, la musica familiare può avere un effetto calmante e rasserenante: preparare una playlist con le canzoni della giovinezza dell’anziano e riprodurle in sottofondo può suscitare reazioni positive.

Oggetti rassicuranti in vista

Tenere in vista oggetti cari e fotografie può risvegliare ricordi piacevoli e rafforzare il senso di identità. Una “bacheca della memoria” con vecchie fotografie etichettate (ad esempio: “Nozze di Maria e Giovanni 1960”) può stimolare conversazioni e aiutare la persona a riconoscere i propri familiari, magari accostando foto giovanili a quelle attuali. Questo contribuisce a migliorare l’umore e a ridurre l’ansia legata al “non ricordo chi sei”.

Tecnologia in aiuto nei casi di decadimento cognitivo

Per prevenire gli allontanamenti incontrollati delle persone anziane si possono installare sistemi di sicurezza, allarmi porta e device con funzioni di geofencing, come nell’Healthcare Watch CAD. Soluzioni tecnologiche come, quest’ultima, con geolocalizzazione e allerta immediata alla centrale operativa, alimentano un ambiente sicuro e libertà di movimento. Safe Bed Monitoring CAD, un sensore sotto il materasso, rileva movimenti notturni, frequenza cardiaca e respirazione, migliorando sicurezza e comfort, tutto collegato alla centrale operativa 24 ore su 24. La tecnologia CAD può supportare anche tramite promemoria digitali sull’Healthcare Watch, che ricordano momenti di idratazione o assunzione farmaci, aumentando l’autonomia quotidiana.

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Deterioramento cognitivo e attività quotidiane strutturate

Le persone con declini cognitivi traggono beneficio da una routine giornaliera regolare, che dà loro una struttura comprensibile. Ripetere orari e sequenze ogni giorno aiuta il malato a sentirsi più orientato e riduce l’agitazione. La famiglia e gli assistenti dovrebbero mantenere questa routine anche se la persona con demenza non la riconosce consciamente – ne percepisce comunque la regolarità.

Iniziative appropriate per il declino cognitivo

È importante offrire attività adatte alle capacità residue, per evitare inattività e isolamento interno del malato.

  • Attività domestiche semplificate: coinvolgere in faccende casalinghe come piegare panni, spolverare superfici facili, annaffiare piante. Anche se non le rifarà forse perfettamente, si sentirà utile e parte della famiglia.
  • Stimolazione cognitiva dolce: giocare a giochi semplici (puzzle con pezzi grandi e pochi, tombola con aiuto, memory semplificato magari usando le stesse foto di famiglia), leggere ad alta voce brevi racconti o poesie assieme, sfogliare riviste illustrate commentando le figure. Queste attività tengono il cervello sollecitato senza stressarlo e possono dare piacere. Alzheimer Svizzera ha sviluppato linee guida su attività cognitive per fasi moderate di demenza, per prolungare il funzionamento residuo.
  • Musicoterapia e arte: molte persone con Alzheimer, pur perdendo progressivamente le parole, mantengono la capacità di cantare melodie familiari. Intonare insieme canzoni popolari o religiose legate ai ricordi può suscitare gioia ed emozioni positive. Anche il disegno o la colorazione di mandala può risultare rilassante e benefico. In Ticino esistono interessanti esperienze di “caffè narrativo” dove le persone raccontano episodi della propria vita – anche se talvolta imprecisi – mentre i volontari li ascoltano con attenzione, facendoli sentire valorizzati e importanti.
  • Attività fisica adattata: una passeggiata quotidiana (accompagnata) all’aria aperta favorisce il sonno e stimola l’appetito. Gli esercizi motori leggeri da svolgere in casa possono includere: alzarsi e sedersi ripetutamente dalla sedia (quando possibile), muovere le braccia simulando il movimento di lavare i vetri, oppure piccoli balli lenti a ritmo di musica. Mantenere il corpo attivo contribuisce a rallentare il declino cognitivo e stimola la produzione di endorfine, migliorando così l’umore generale.

Supporto specialistico a domicilio per il declino cognitivo negli anziani

Per migliorare la qualità di vita a casa, è fondamentale l’apporto di professionisti specializzati:

  • Infermiere geriatriche/psichiatriche. Questi professionisti possono effettuare visite domiciliari per valutare la situazione specifica e fornire ai familiari strategie comportamentali mirate. Ad esempio, insegnano come gestire episodi di delirio o idee fisse evitando il confronto diretto e utilizzando invece tecniche di distrazione o la validation therapy, che consiste nell’entrare nella realtà percepita dalla persona per rassicurarla. Inoltre, forniscono supporto nella gestione della terapia farmacologica – inclusi farmaci anti-demenza e ansiolitici – monitorando attentamente eventuali effetti collaterali.
  • Ergoterapisti (terapisti occupazionali). Lavorano direttamente con la persona per preservare il più a lungo possibile le abilità quotidiane, suggerendo ausili e adattamenti specifici. L’ergoterapista, ad esempio, può insegnare al caregiver come scomporre i compiti in passaggi semplici, consentendo alla persona di continuare a vestirsi autonomamente con un supporto minimo – presentando i capi nell’ordine corretto di indossamento. Inoltre, possono sviluppare programmi personalizzati per mantenere e stimolare le abilità manuali attraverso attività mirate.
  • Psicologo o educatore specializzato. Può organizzare interventi di reminiscenza (rievocare ricordi passati con album fotografici, oggetti d’epoca) che spesso portano alla luce ricordi ancora vivi e danno soddisfazione all’anziano nel raccontarli. Oppure condurre piccole sessioni di orientamento alla realtà (RO) in cui, con toni delicati, si ricorda la data, la stagione, tramite calendario ben visibile, e si collegano a eventi personali (“Oggi è lunedì 10, come ogni lunedì viene tuo nipote a trovarti nel pomeriggio”). Questo può contribuire a fornire un minimo ancoraggio temporale.
  • Assistenti domiciliari. La presenza di una persona qualificata che trascorra alcune ore quotidiane con l’anziano rappresenta un sollievo prezioso per il caregiver principale e garantisce compagnia costante alla persona assistita. Questi operatori possono dedicarsi con pazienza alla cura dell’igiene personale e ai pasti, offrendo un’attenzione esclusiva che in ambito familiare, tra le mille incombenze quotidiane, risulta spesso difficile da garantire. La loro presenza consente al coniuge caregiver di sbrigare commissioni, prendersi delle pause o semplicemente riposare. Se adeguatamente formati, questi assistenti possono inoltre condurre le attività precedentemente descritte, come passeggiate, giochi di stimolazione cognitiva e momenti di lettura.

Benessere emotivo dell’anziano: gestire la depressione e il declino cognitivo

L’Alzheimer genera confusione cognitiva, ma frequentemente la persona mantiene consapevolezza dei propri deficit, soprattutto nelle fasi iniziali della malattia, il che può scatenare ansia, rabbia o stati depressivi. Anche negli stadi più avanzati, può sperimentare frustrazione quando incontra difficoltà nell’esprimersi o nel compiere determinate azioni. Migliorare la qualità di vita significa quindi intervenire proprio su questi aspetti emotivi:

Creare un ambiente affettivo sereno

I caregiver dovrebbero – per quanto difficile – mantenere un tono di voce calmo e rassicurante. Evitare di correggere bruscamente o di far pesare ciò che la persona anziana e malata non ricorda. Ad esempio, se chiede ripetutamente: “dov’è la mamma?” (mamma presumibilmente deceduta da decenni), è bene rispondere ogni volta con gentilezza: “sta tranquilla, la mamma è uscita un attimo a fare la spesa, tornerà dopo” piuttosto che: “te l’ho già detto mille volte che tua madre non c’è più” che genererebbe nuovo dolore ogni volta. Questa tecnica di validazione riduce l’ansia e l’agitazione.

Stimolare emozioni positive

Molte persone affette da demenza senile rispondono in modo straordinario alla pet therapy. Se in passato amavano gli animali, la presenza di un cane o di un gatto — anche robotico, come il cucciolo Paro utilizzato in alcune case di riposo — può farle sorridere, calmarle e risvegliare ricordi affettuosi. Anche la musicoterapia ha effetti simili: può evocare emozioni positive, stimolare la memoria e ridurre comportamenti problematici. Ballare un vecchio valzer con il marito, ad esempio, può illuminare di gioia gli occhi di una signora con Alzheimer, anche se ormai parla poco

Evitare stress

Ad esempio, troppe visite tutte insieme possono creare confusione. È meglio preferire poche visite, ma frequenti e regolari. Anche ridurre i cambiamenti nell’ambiente è importante: mantenere l’arredamento invariato e non spostare i mobili, perché ogni modifica può disorientare e far perdere i pochi punti di riferimento ancora presenti. Se è necessario cambiare caregiver (ad esempio per un cambio turno), è utile introdurre la nuova persona in modo graduale, affiancandola a quella già conosciuta per alcuni giorni.

Coinvolgere la rete sociale

È importante favorire le visite di amici e parenti, purché siano pazienti e sappiano come relazionarsi, magari con il supporto o le indicazioni del caregiver. L’isolamento sociale, infatti, può accelerare il declino cognitivo e aggravare i disturbi del comportamento. Anche nelle fasi avanzate della demenza, la presenza di persone amorevoli — che magari cantano insieme, tengono la mano o semplicemente condividono un momento di vicinanza — può avere un effetto calmante e contribuire al benessere emotivo.

Supportare i familiari aiuta anche il paziente con declino cognitivo

Un caregiver stanco e frustrato può, anche senza volerlo, avere meno pazienza e rispondere in modo brusco o sbrigativo al malato di Alzheimer, generando tensioni. Al contrario, un caregiver sereno riesce a essere più empatico e presente dal punto di vista emotivo, contribuendo a creare un clima familiare positivo in cui l’anziano si sente amato e accolto, non un peso. In Ticino esistono i Corsi Alzheimer per familiari, organizzati da Alzheimer Ticino, che offrono strumenti utili per migliorare la comunicazione e gestire lo stress. Un familiare più preparato significa un anziano assistito meglio e con meno conflitti.

Declino cognitivo anziani: iniziative comunitarie e centri diurni terapeutici

Per migliorare la qualità della vita a casa, è utile integrare anche opportunità esterne. Un esempio sono i centri diurni terapeutici per demenza, presenti in Ticino a Lugano, Bellinzona e in altre località. In questi spazi protetti e stimolanti, l’anziano può trascorrere la giornata svolgendo attività di gruppo e socializzando, per poi rientrare a casa la sera. Questo tipo di supporto aiuta a mantenere le funzioni residue e a contrastare l’apatia. Secondo Alzheimer Svizzera, l’utilizzo di servizi di sollievo come i centri diurni contribuisce a un decorso migliore della malattia e riduce il carico emotivo e pratico sulle famiglie. Anche i progetti di incontro intergenerazionale — ad esempio, i bambini dell’asilo che, a cadenza regolare, svolgono lavoretti insieme agli anziani con demenza — portano gioia e rafforzano il senso di inclusione.

Fasi avanzate di Alzheimer e fine vita a casa

Anche nelle fasi avanzate della malattia, quando l’anziano è allettato e non più comunicante, la casa può continuare a essere il luogo di cura. Con il supporto infermieristico, la famiglia può imparare ad assistere la persona cara: girarla nel letto, somministrare alimenti semiliquidi, se ancora possibile, o gestire la nutrizione artificiale. Rimanere a casa permette di vivere il fine vita in modo più intimo e personalizzato: ascoltare le musiche preferite, accarezzare il proprio gatto fino all’ultimo, avere accanto i familiari senza limiti di orario. Anche se il malato non è pienamente cosciente, questi gesti contribuiscono a creare un’atmosfera di pace. Molte famiglie che hanno scelto di accompagnare il proprio caro con Alzheimer a casa fino alla fine, pur riconoscendo l’enorme impegno richiesto, raccontano di non aver mai rimpianto quella scelta, perché sentono di aver garantito il massimo amore e rispetto.

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Conclusioni: “Sopravvivere” o vivere con la demenza senile?

Vivere con un declino cognitivo, non significa solo sopravvivere alla malattia, ma poter ancora vivere condurre una vita con momenti di gioia, affetto e senso. Migliorare la qualità di vita a casa implica un approccio a 360°: adattare l’ambiente, strutturare la giornata, stimolare mente e corpo, prevenire incidenti, curare i sintomi, sostenere i caregiver e coinvolgere la comunità. E la casa – scrigno di ricordi – resta lo scenario migliore dove far risuonare echi di quei ricordi, aiutando l’anziano a sentirsi a casa, nel cuore, fino all’ultimo.

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FAQ

Quali sono i sintomi del declino cognitivo?

I sintomi del declino cognitivo possono includere problemi di memoria (dimenticare nomi o eventi recenti), difficoltà di linguaggio, disorientamento, difficoltà a svolgere compiti familiari e cambiamenti d’umore o di comportamento.

Quali sono i diversi tipi di demenze?

L’Alzheimer come una forma di deterioramento cognitivo. La demenza vascolare è un altro tipo comune, spesso causata da problemi di circolazione cerebrale. Esistono poi altre forme come la demenza frontotemporale e la demenza a corpi di Lewy.

Quali sono le fasi dell’Alzheimer?

Le fasi dell’Alzheimer progrediscono da un declino cognitivo lieve (problemi di memoria lievi, ancora in grado di svolgere attività quotidiane), a un declino cognitivo moderato (maggiore confusione, difficoltà con compiti complessi, cambiamenti di personalità, wandering), fino a un declino cognitivo grave (perdita della capacità di comunicare, necessità di assistenza completa per l’igiene e i pasti, allettamento).

Quali sono le cause del declino cognitivo?

Le cause del declino cognitivo possono essere molteplici, inclusa la malattia di Alzheimer, problemi vascolari (come nel caso del declino cognitivo vascolare o demenza vascolare), traumi cranici, carenze nutrizionali, effetti collaterali di farmaci e altre condizioni mediche.

Quali sono i rimedi per il declino cognitivo?

Nell’articolo sono indicati degli approcci per migliorare la qualità della vita, tra cui:

  • Adattamenti ambientali per la sicurezza e l’orientamento.
  • Utilizzo di tecnologie di monitoraggio e promemoria.
  • Creazione di routine giornaliere strutturate.
  • Impegno in attività significative e stimolanti (fisiche, cognitive, artistiche).
  • Supporto di specialisti come infermieri, ergoterapisti, psicologi e assistenti domiciliari.
  • Gestione del benessere emotivo e riduzione dello stress attraverso la validazione e la stimolazione positiva (es. pet therapy, musicoterapia).
  • Coinvolgimento della rete sociale e supporto ai familiari.
  • Partecipazione a iniziative comunitarie e centri diurni.

Cos’è e come avviene la valutazione cognitiva?

La valutazione cognitiva e comportamentale del paziente è importante per calibrare il ruolo degli infermieri geriatrici/psichiatrici e degli psicologi/educatori specializzati al fine di implementare le strategie più adeguate. La valutazione avviene tramite osservazione, colloqui con il paziente e i familiari, e spesso test specifici.

Fonti e approfondimenti:

  • Tian, Y. J., Felber, N. A., Pageau, F., Roulet Schwab, D., & Wangmo, T. (2024). Benefits and barriers associated with the use of smart home health technologies in the care of older persons: A systematic review. BMC Geriatrics, 24, 152. https://bmcgeriatr.biomedcentral.com/articles/10.1186/s12877-024-04702-1
  • Chimamiwa, G., Giaretta, A., Alirezaie, M., Pecora, F., & Loutfi, A. (2022). Are smart homes adequate for older adults with dementia? Sensors, 22(11), 4254. https://doi.org/10.3390/s22114254
  • Yin, G., Macaden, L., Sivaramakrishnan, D., Wang, Y., Zhu, L., & Chong, H. (2025). Home-based end-of-life care for people with dementia: A systematic review of quantitative and qualitative evidence. Dementia (London), 24(4), 794–831. https://doi.org/10.1177/14713012241308625
  • Spira, A. P., et al. (2024, 11 marzo). Wrist device that monitors activity could help provide early warning of Alzheimer’s. Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health News.
  • Kellett, A. (2025, 18 febbraio). Advanced wearable technology improves support for people with dementia and their caregivers. Texas A&M University School of Public Health.

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